Cooperative Learning: cosa significa e come insegnarlo con lo Yoga per bambini

Il cooperative Learning (o detto anche apprendimento cooperativo), è un specifico metodo didattico che permette ai bambini di apprendere contenuti didattici e strategie relazionali tramite la cooperazione.

In questo articolo vorrei darti un nuovo punto di vista sulla cooperazione fornendoti quello dello Yoga.

Nello Yoga, la parola che si avvicina di più al termine  “cooperazione” è Karma Yoga (o Yoga dell’azione), che significa nell’atto pratico servizio disinteressato.

 

Mentre la cooperazione è quel processo messo in atto da gruppi per un mutuo interesse con la formula win-win, il servizio disinteressato è quella amorevole attenzione nel dare al prossimo concreti benefici senza aspettarsi nulla in cambio.

 

Ciò che ha in più il servizio disinteressato rispetto alla cooperazione è la purezza dell’intento: mentre nella cooperazione l’intento è finalizzato ad un guadagno collettivo, nel servizio disinteressato si trascende il concetto di guadagno personale e il focus è migliorare se stessi per essere in grado di aiutare gli altri. 

 

Per questo motivo, secondo la filosofia dello Yoga il servizio disinteressato è la pratica più potente per sviluppare nei bambini la virtù yogica più sublime: l’umiltà.

Perché è importante educare gli studenti al servizio disinteressato?

“Coloro che sono votati alla causa suprema, vivono solo per il bene, il progresso e la felicità altrui, essi non perseguono scopi personali.”

Śrīmad Bhāgavatam 

Quando parliamo di qualità della vita, non possiamo non tenere conto dell’importanza delle relazioni.

Le nostre relazioni, più di ogni altra cosa, danno il sapore alla vita, soprattutto quando sono ispiranti e riempiono il cuore: questo principio vale in famiglia tanto quanto a scuola!

 

Uno degli obiettivi educativi più importanti che ti puoi fissare è quello di insegnare ai tuoi studenti a relazionare bene col prossimo. 

Puoi iniziare da subito proponendo loro pratiche semplici di servizio disinteressato: in questo modo i tuoi studenti si alleneranno all’umiltà, saranno di aiuto e nei loro cuori verrà piantato il seme della leadership ossia l’arte di ispirare gli altri al miglioramento continuo.

 

Per servizio disinteressato, non intendo che i tuoi studenti debbano necessariamente emulare Madre Teresa.

Servire il prossimo, significa preoccuparsi che le persone che ci stanno attorno siano pienamente felici e migliorare con costanza noi stessi per fare il possibile per aiutarle nel loro cammino.

 

La leadership yogica è quella capacità di migliorare se stessi per servire il prossimo in modo sempre nuovo e migliore.

Grazie ai laboratori di servizio disinteressato puoi aiutare i tuoi studenti ad espandere il loro cerchio di influenza perché porta gioia, umiltà, enorme creatività ed è fonte di ispirazione per tutti.

 

In questo senso se riesci a riorganizzare la tua didattica in questo senso (nel corso intermedio di Yoga in Classe spieghiamo come fare) i tuoi studenti impareranno a trovare un piacere sempre superiore nel servire, perché questa è la vera natura dell’anima.

 

Quando il gusto del servizio trascende il proprio ego, in modo naturale i tuoi studenti cercheranno sempre nuovi modi per servire la famiglia, la società, gli amici per poi estendere il loro aiuto anche agli animali e alla Natura.

 

Se poi la loro abilità nel servizio viene riconosciuta dalle persone, in futuro potranno espandere ancora di più la loro influenza servendo l’Italia intera nelle vesti magari di un politico o un ministro.

 

Ciò che mi preme sottolineare è che questo tipo di leadership scevra da ogni desiderio di potere manca nelle istituzioni di oggi, ma se coltivi bene i semi del servizio disinteressato nel cuore dei tuoi studenti prima o poi questi fiori germoglieranno portando grandi miglioramenti alla società del domani.

 

Di seguito una splendida intervista di una insegnante della scuola primaria che racconta la sua esperienza di Yoga in Classe con i suoi studenti. 

Le tre tipologie di servizio

Approfondiamo ora il Karma Yoga in modo tale che tu possa capire meglio come proporlo ai tuoi studenti.

Uno dei tanti aspetti positivi della nostra società moderna è l’importanza che si dà nel “servire il prossimo”: ad esempio tutta l’industria ruota attorno a questo semplice concetto “servire al meglio il cliente”.

Conosco alcune insegnanti che giorno e notte, sono sempre assorte nello studio di nuovi laboratori didattici per dare ai loro studenti sempre di più. Queste insegnanti, anche se spesso lavorano nell’anonimato, sentono l’insegnamento come la loro missione di vita e non cambierebbero il loro lavoro con nessun’altro al mondo.

Anche la famiglia per vivere in armonia, ha bisogno che tutti i suoi componenti facciano servizio disinteressato: immaginati cosa accadrebbe se ogni madre chiedesse ai figli una remunerazione per tutto l’affetto che hanno dato loro. Impossibile: l’amore di una madre (e di un padre) per essere puro non può e non deve mai avere alcun interesse egoico.

La disgregazione della famiglia nasce solo quando le persone stanno assieme per avere un ritorno di qualche tipo: ecco il motivo di così tanti divorzi.

La discriminante che dice se un servizio è interessato o no, non è tanto la retribuzione, (perchè tutti abbiamo bisogno di poterci sostentare), ma l’intento della persona che lo svolge.

Fatta questa premessa sull’importanza dell’intento nel servizio disinteressato, possiamo suddividere il servizio in tre livelli:

  1. Il servizio interessato: lo studente serve il prossimo perché sa che avrà un tornaconto personale (ad esempio economico). Incentivando questo tipo di servizio si allena l’intelligenza imprenditoriale.
  2. Il servizio disinteressato: Il bambino serve il prossimo e basta senza pensare a cosa otterrà in cambio
  3. Servizio disinteressato con Amore: Il bambino prova profondo piacere, quando fa felice l’altro e questa è la sua ricompensa più grande.

 

Per introdurre il Karma Yoga, nella tua classe, non devi investire ulteriore tempo se non quello dedicato alla programmazione: con piccoli accorgimenti sui tuoi laboratori didattici, puoi lavorare contemporaneamente sia sui contenuti e sia sul servizio disinteressato.

 

Ti consiglio comunque di proporre attività didattiche maggiormente indirizzate verso il servizio disinteressato piuttosto che a quello interessato. Nel corso di Formazione Yoga in Classe tratteremo questo argomento nella sezione del Service Learning.

Cosa fare quando i bambini si oppongono ad aiutare gli altri?

La Natura ha molto da insegnarci. Il nostro corpo ad esempio è il frutto di una sinergia cooperativa di 30 triliardi di cellule che lavorano 24 ore su 24 per darci l’opportunità di sperimentare la vita.

Ogni cellula ha un suo specifico compito indispensabile per far funzionare un organismo più ampio: l’essere umano.

Ciò che impariamo dal nostro corpo è che la cellula non si preoccupa mai di se stessa o di quello che “mangerà”, piuttosto è focalizzata nell’adempiere il suo compito in modo perfetto e disinteressato.

Ed è grazie a questo disinteresse perfetto, che nasce la cooperazione perfetta. La cellula servendo il corpo ne trae indirettamente anche lei beneficio.

Ma cosa accade quando una cellula decide per conto suo, di vivere in modo indipendente e slegato dal corpo? Queste cellule vengono prontamente riconosciute dal corpo e tramite i fagociti vengono fermate ed espulse dall’organismo.

Il corpo per preservare la salute, isola ed elimina ciò che non è in grado di dare un servizio.

In questi termini, il corpo è vero, non è molto compassionevole con le cellule che vogliono fare di testa loro.

Ma questo stesso esempio che ti ho fatto nel micro-cosmo si ripete anche nel macro-cosmo in qualsiasi macro organizzazione: 

    • Famiglia: se nella famiglia pensiamo solo a sfruttare i nostri parenti, presto verremo isolati
    • Economia: se desideriamo fare impresa disinteressandoci di servire i nostri clienti, presto non riusciremo ad avere un equilibrio economico-finanziario e l’economia di mercato ci isolerà
    • Sfera sociale: comportamenti ego-centrati finiscono con l’isolare la persona che prima o poi rimarrà solo

Quindi per invogliare i tuoi studenti più restii al servizio disinteressato, puoi agire in quattro modi:

  1. Valorizzare i suoi talenti: Capendo bene quali sono i punti di forza del tuo studente puoi chiedergli di mettere a disposizione degli altri le sue capacità. Se è bravo ad esempio nella matematica, puoi chiedergli di inventare una storia incentrata sulla matematica per i suoi compagni, oppure chiedergli di aiutare qualche suo compagno in difficoltà.
  2. Coinvolgerlo all’interno di un grande progetto: Ad esempio puoi creare un grande evento all’anno di Service Learning, e chiedergli al bambino come gli piacerebbe contribuire al progetto
  3. Raccontare storie educative: Proponendo alla classe intera delle storie coinvolgenti sul servizio disinteressato oppure facendo esempi semplici di come funziona la Natura, come l’esempio che ti ho fatto riguardo la cellula), puoi indirettamente aiutarlo a riflettere. E’ importante anche sottolineare che un ostentato individualismo porterà prima o poi ad essere isolati dal sistema. 
  4. Fare in modo che sia il beneficiario di un servizio: Chiedendo ai tuoi studenti più capaci nel servizio disinteressato, di aiutarlo in qualche cosa, generalmente il bambino si sente poi spinto a reciprocare.

Aiutare i bambini a valorizzare la loro Nitya Svarupa con la cooperazione

Secondo lo Yoga, ogni nascita non è dovuta dal “caso”, ma l’anima incarnata ha un specifico compito da adempiere sulla terra (Sva Dharma).

Poche persone sono consapevoli di questo, e la ricerca dell’uomo ha proprio il significato di chiedersi: Qual è il mio scopo qui sulla terra? In che modo posso servire gli altri?

Il termine Nitya-Svarupa (forma eterna), indica che ogni anima, essendo “unica nella sua essenza” può donare al mondo qualcosa di unico e irripetibile. Nella misura in cui aiuti ogni tuo studente a capire quali sono i suoi talenti nascosti lo aiuti a comprendere meglio come ricoprire il suo ruolo qui sulla terra.

 

Il concetto di Nitya Svarupa, è quindi intrinsecamente collegato col concetto di servire il prossimo rispettando l’unicità della propria anima e del proprio modo di essere. 

In questo senso, l’uomo “cellula” ha un specifico compito, un specifico servizio da compiere sulla terra e secondo lo Yoga, solo asservendo al suo scopo potrà rendere significativa la sua vita

Se lo Yoga insegna a fare di tutto per il prossimo in modo incondizionato la società moderna ci propone costantemente di fare esattamente l’opposti.

Per questo motivo se vuoi insegnare realmente lo Yoga ai tuoi studenti, devi vederti come una giardiniera a cui sono state affidate delle piccole piante (i tuoi studenti) per accudirle e farle crescere.

Per farlo, dovrai prima di tutto proteggerle sviluppando in loro il senso critico (nella Scuola di Formazione Insegnanti Yoga in Classe approfondiremo questo concetto) e al contempo nutrirle con i giusti esercizi che facciano emergere i loro talenti.

Con piccole accorgimenti è puoi veramente fare molto per valorizzare ogni tuo studente nei suoi punti di forza.

Qual è il primo passo da fare?

Se sei curiosa di insegnare lo Yoga in classe, il primo consiglio è quello di non improvvisare. Se improvvisi, e le prime lezioni ti vanno male, i tuoi studenti si faranno una impressione errata dello Yoga e recuperare la loro fiducia non sarà semplice.

 

Per questo motivo se vuoi proporre qualcosa ai tuoi studenti, è importante che tu possa adeguatamente formare così da andare a colpo sicuro (💪).

 

Nella presentazione gratuita della Scuola di Formazione Insegnanti Yoga in Classe ti spiego passo passo com’è strutturato il programma e come puoi proporlo da subito ai tuoi studenti con la formula learning by doing.

 

Se sei una insegnante della scuola primaria e vuoi iscriverti gratuitamente alla presentazione (clicca qui), se invece insegni alla scuola dell’infanzia (clicca qui).

Ci vediamo alla presentazione

Gian Pietro